martedì 25 agosto 2009

Tobia, 6, 1-9


1. Il giovane partì insieme con l’angelo e anche il cane li seguì e s’avviò con loro. Camminarono insieme finché li sorprese la prima sera; allora si fermarono a passare la notte sul fiume Tigri.
2. Il giovane scese nel fiume per lavarsi i piedi, quand`ecco un grosso pesce balzò dall’acqua e tentò di divorare il piede del ragazzo, che si mise a gridare.
3. Ma l’angelo gli disse: “Afferra il pesce e non lasciarlo fuggire”. Il ragazzo riuscì ad afferrare il pesce e a tirarlo a riva.
4. Gli disse allora l’angelo: “Aprilo e togline il fiele, il cuore e il fegato; mettili in disparte e getta via invece gli intestini. Il fiele, il cuore e il fegato possono essere utili medicamenti”.
5. Il ragazzo squartò il pesce, ne tolse il fiele, il cuore e il fegato; arrostì una porzione del pesce e la mangiò; l’altra parte la mise in serbo dopo averla salata.
6. Poi tutti e due insieme ripresero il viaggio, finché non furono vicini alla Media.
7. Allora il ragazzo rivolse all’angelo questa domanda: “Azaria, fratello, che rimedio può esserci nel cuore, nel fegato e nel fiele del pesce?”.
8. Gli rispose: "Quanto al cuore e al fegato, ne puoi fare suffumigi in presenza di una persona, uomo o donna, invasata dal demonio o da uno spirito cattivo e cesserà in essa ogni vessazione e non ne resterà più traccia alcuna".
9. "Il fiele invece serve per spalmarlo sugli occhi di uno affetto da albugine; si soffia su quelle macchie e gli occhi guariscono".
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