mercoledì 24 marzo 2010

Lea Vergine

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L’angoscia è, come abbiamo imparato, un particolare stato di dispiacere che si verifica come risposta al pericolo di una perdita; ma è anche vero che laddove il desiderio di un qualcosa subisce una rimozione, la sua libido si trasforma in angoscia (connessa all’attesa). Essa, dunque, sottrae l’uomo alla sicurezza di sé, al suo con-essere con gli altri in una dimensione di falsa speranza. Gli istinti repressi sono i pericoli che minacciano l’uomo civile. Occorre demolire le convenzioni di decenza da cui dipende la grande menzogna, lacerare lo schermo posticcio che separa il pubblico dal privato. Ogni latrina è salotto, ogni salotto è latrina. La distinzione tra sublime e volgare non ha senso. Siamo nascosti sotto il nostro contrario.
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da Il corpo come linguaggio di Lea Vergine
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