lunedì 22 marzo 2010

Capoccia


Una notte investii una civetta che mi sbucò improvvisamente davanti alla macchina da un cespuglio. L'urto fu violento... una cosa bruttissima. Mi dispiaceva lasciarla lì sulla strada, lasciare che la schiacciassero, allora scesì, la presi, la portai dentro e ripartii con l'intento di lasciarla in un angolo tranquillo appena ne avessi avuto l'occasione.
Fermo a un semaforo, poco dopo, udii un rumore dal lato passeggero e guardando vidi due enormi fari che mi guardavano: era viva, ma aveva subito ovviamente seri danni nell'impatto.
La portai a casa, la misi in una scatola. Era stupenda muoveva la testa quasi di 360° e ti guardava con quei suoi enormi occhi. Il suo nome fu: "Capoccia".
La tenni con me alcuni giorni ma niente, non volava. Non potevo fare di più per lei. Telefonai così alla LIPU e una sera imbarcai Capoccia in macchina e la consegnai a un loro operatore.
Capoccia era molto socievole e io in quei pochi giorni mi ero già enormemente affezionato a lei, era veramente speciale.
Ogni tanto telefonavo per sentire come stava, mi dissero che aveva entrambe le ali spezzate, finchè un ultima volta mi comunicarono che avevano dovuto sopprimera perchè irrecuperabile.
.
Si dice che la civetta e i gufi portino sfortuna, a Capoccia ha portato sfortuna l'uomo.
.
.

Nessun commento:

Posta un commento