mercoledì 31 marzo 2010
Sir Ernst Hans Josef Gombrich
Massimo Fini - Donne, guaio senza soluzione
Loris Tonino Paroli - I capelli accarezzarti volevo
all’obitorio di Milano
il viaggio si presentò lungo
attraverso la luce dei miei occhi
che non vedevano che te
La speranza accompagnava
la non speranza:
ch’eri spirato lo sapevo
eppure speravo speravo...
Ti guardavo dov’eri com’eri
ti accarezzavo
ti sognavo
ti sentivo battere il cuore
ti baciavo sulla fronte
All’arrivo ti avrei voluto
anche i capelli
accarezzare:
quelli non diventano mai
freddi né caldi
Ma una benda vidi
una benda
di sangue tuo fiorita
te li fasciava
facendo apparire
il tuo triste sorriso
coperto da una rosa bianca
e rossa di primavera
Sì, sì
eri bello anche così
ma avrei voluto
i tuoi capelli accarezzare:
quelli non diventano mai
caldi né freddi.
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alcuni possono vedere
Kaihō Yūtoku
Color on Silk, Hanging Scroll - 54.9 x 43.8 cm
Sairin-ji Temple 西林寺, Kyoto Prefecture
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Buddhism long held that the tengu were disruptive demons and harbingers of war. Their image gradually softened, however, into one of protective, if still dangerous, spirits of the mountains and forests. Tengu are associated with the ascetic practice known as Shugendō, and they are usually depicted in the distinctive garb of its followers, the yamabushi.
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il tettone
martedì 30 marzo 2010
DOOM-us Aurea
Daniel Pennac
- È vero, zio Stojil, ho visto una fata che ha trasformato un tizio in fiore.
- Meglio così che il contrario, risponde Stojil senza togliere gli occhi dalla scacchiera.
- Perché?
- Perché il giorno in cui le fate trasformeranno i fiori in tizi, la campagna diventerà infrequentabile.
Uganda - Idi Amin Dada
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Caetano Veloso - Cucurrucucu Paloma
Ricordate Parla con lei il film di Pedro Almodovar? Questa è la delicata, malinconica ed inarrivabile versione acustica di Cucurrucucu Paloma che Caetano Veloso canta nel film.
Dicen que por las noches
Nomas se le iba en puro llorar,
Dicen que no comia,
Nomas se le iba en puro tomar,
Juran que el mismo cielo
Se estremecia al oir su llanto;
Como sufrio por ella,
Que hasta en su muerte la fue llamando
Ay, ay, ay, ay, ay,... cantaba,
Ay, ay, ay, ay, ay,... gemia,
Ay, ay, ay, ay, ay,... cantaba,
De pasión mortal... moria
Que una paloma triste
Muy de manana le va a cantar,
A la casita sola,
Con sus puertitas de par en par,
Juran que esa paloma
No es otra cosa mas que su alma,
Que todavia la espera
A que regrese la desdichada
Cucurrucucu... paloma,
Cucurrucucu... no llores,
Las piedras jamas, paloma¡
Que van a saber de amores!
Cucurrucucu... cucurrucucu...
Cucurrucucu... paloma, ya no llores
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Dicono che di notte Non faceva altro che piangere veramente Dicono che non mangiava Non faceva altro che piangere veramente Giurano che lo stesso cielo Si commuoveva ascoltando il suo pianto Come ha sofferto per lei. Che anche nella morte continuava a chiamarla: Ah, ah, ah, ah, ah, ah, cantava Ah, ah, ah, ah, ah, ah gemeva Ah, ah, ah piangeva Moriva di passione mortale. Che una farfalla triste Di mattino canta Nella casa tutta sola Con le porte aperte Giurano che questa farfalla Non è altro che la sua anima, che ancora l’aspetta che ritorni . la poveretta. Cucurrucucuù. Farfalla. Cucurrucucù, non piangere Non più pietre, farfalla, che ne sanno dell’amore. Cucurrucucu, cucurrucucù Cucurrucucù farfalla non piangere.
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Andrea del Sarto - pseudonimo di Andrea d'Agnolo di Francesco di Luca di Paolo del Migliore Vannucchi
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(Giorgio Vasari, Le Vite, 1550)