lunedì 8 febbraio 2010

la guerra dell'oppio (1/5 - il commercio dell'oppio)


"Guerra dell'oppio" è il nome dato agli scontri armati tra truppe cinesi e forze di sbarco britanniche, che appoggiavano militarmente l'importazione dell'oppio in Cina, contro la volontà del governo cinese. Porta la data del 1840-'42.
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Da molto tempo i cinesi usavano l'oppio come medicinale. Era prodotto in Cina in quantità limitate e dal sec. XVIII veniva importato attraverso Canton dalla Compagnia (inglese) delle Indie orientali. Questa Compagnia aveva il monopolio del commercio tra l'Inghilterra e la Cina e da questa importava soprattutto seta e tè. Pensava dapprima di pagare le importazioni con le esportazioni di tessuti di lana dello Yorkshire; ma resasi conto delle difficoltà di esportarne in grande quantità, decise di ricorrere piuttosto al commercio dell'oppio, che la Compagnia coltivava nel Bengala.
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Il vizio del fumo dell'oppio si era diffuso in Cina durante il XVIII sec., fino a diventare una piaga sociale, sintomo della decadenza dei tempi. L'incoscienza dei mercanti, non solo inglesi, nell'approfittare dell'occasione appartiene alle deformazioni del "libero commercio". D'altra parte il governo cinese era incapace di frenare l'importazione della droga e il vizio del fumo d'oppio. Nel 1729 un editto imperiale proibiva il commercio e il fumo d'oppio; nel 1796 un altro decreto vietava l'importazione e la produzione in Cina. Dopo il 1800 editti e decreti proibitivi si moltiplicarono. Senza effetto, perché il commercio-importazione e le fumerie trovavano troppe connivenze in Cina, da parte di mercanti, funzionari e società segrete organizzate per la malavita. Il contrabbando era diventato un vero "interesse cantonese" e i mercanti stranieri erano pronti a farsi strada corrompendo chi doveva vigilare sul contrabbando.
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Dal 1800 al 1821 le importazioni di oppio erano in media di 4.500 balle (di 133 libbre l'una) all'anno. Nel 1838 erano diventate 40.000 balle. Ciò comportava per la Cina un'emorragia di argento per pagare le importazioni: dal 1821 al 1839 un deficit per la Cina di 100 milioni di once d'argento. Il danno si riversava specialmente sulla popolazione rurale, che era tenuta a pagare le tasse in un controvalore riferito all'argento; e questo era cresciuto di valore, data la crescente scarsità.
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Il commercio con la Cina, e non solo quello dell'oppio, era lucrativo. Il monopolio affidato da parte inglese alla Compagnia delle Indie orientali contrastava con le richieste di altre ditte commerciali inglesi. Ciò portò il governo inglese a sciogliere (1834) la Compagnia; ma in questo modo, di fronte alle autorità cinesi di Canton i mercanti inglesi non avevano più un "capo" (daiban o taipan) responsabile per loro, per cui Londra nominò allora un "sovrintendente"; ma non era un mercante, come si aspettavano i cinesi: l'incarico invece venne dato a Lord Napier, nobile ed ex-ammiraglio. Da questa nomina gli inglesi si ripromettevano di poter trattare con la Cina, alla pari, un accordo su problemi di interesse comune.
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