martedì 19 gennaio 2010

messaggi subliminali


Si cominciò a parlare pubblicamente dei "messaggi subliminali" nel 1957 quando Vance Packard pubblicò il libro I persuasori occulti. Poco dopo James Vicary rese pubblici i risultati di un suo studio in cui egli affermava che gli avventori di un cinema in cui venivano inseriti brevi messaggi subliminali di tipo pubblicitario nei fotogrammi del film ("bevi Coca-Cola" e "mangia popcorn") aumentavano effettivamente i consumi dei prodotti in questione. A cinquant'anni dall'esperimento oggi la storia di Vicary ha assunto toni folcloristici.
Essenzialmente lo scopo di un messaggio subliminale sarebbe, se inserito nei comunicati pubblicitari, di invogliare il consumatore ad acquistare uno specifico prodotto. Oppure, attraverso la scrittura e la grafica in genere ma anche attraverso il suono, potrebbe servire a propagandare pensieri ed ideologie di qualsiasi natura compresa la propaganda politica e/o elettorale.
Alcuni stimoli che raggiungono il subconscio possono avere un qualche piccolo effetto sulle emozioni ed il comportamento, ma è da sottolineare il fatto che ad oggi non è provata alcuna efficacia di questi messaggi nascosti nelle pubblicità. Sebbene per un certo periodo le agenzie pubblicitarie abbiano mostrato interesse per questo possibile metodo di condizionamento, oggi quasi nessuno si affida a tali metodi per condizionare gli acquisti dei potenziali clienti, anche se rimangono diffuse numerose teorie cospirative sul fenomeno.
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Numerosi nel cinema gli esempi di messaggi subliminali. L'ultimo della lista si dice sia quello legato al trailer del film Apocalypto di Mel Gibson.
Sembrerebbe che guardando il filmato fino al punto in cui compare la scimmietta che strilla, e poi usando il pulsante di "riavvolgimento" per guardare, uno alla volta, i fotogrammi precedenti, quando si arriva allo spezzone con gli uomini immobili tutti tinti di bianco, l'inquadratura si sposterebbe rivelando Mel Gibson, con barba lunga e vestiti moderni, che sorride appoggiato a uno degli attori. C'era anche prima, ma era impossibile notarlo.
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