lunedì 11 gennaio 2010

Empedocle


La filosofia di Empedocle si presenta come un tentativo di combinazione sintetica delle dottrine ioniche, pitagoriche, eraclitee e parmenidee. Dalla filosofia ionica e da quella di Eraclito egli accoglie l'idea del divenire, del continuo e incessante mutamento delle cose. Da Parmenide, al contrario, accetta la tesi dell'immutabilità e dell'eternità dell'Essere. Empedocle – e come lui anche gli altri fisici pluralisti – cerca di risolvere questa contraddizione distinguendo la realtà che ci circonda: mutevole, dagli elementi primi, immutabili, che la compongono.
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I quattro elementi
Empedocle chiama tali elementi "radici" (rizòmata), e afferma che sono in tutto quattro, associando ognuno di essi a un particolare dio della mitologia greca, sulla base di concezioni orfiche e misteriche proprie dei riti iniziatici allora in uso presso la Sicilia orientale. I quattro elementi (e i rispettivi dèi associati) dunque sono:
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fuoco (Zeus)
aria (Era)
terra (Edoneo)
acqua (Nesti)
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L'unione di tali radici determina la nascita delle cose e la loro separazione, la morte.
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