venerdì 18 settembre 2009

Pandora

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John William Waterhouse - Pandora (1896)
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Il mito di Pandora è sequenziale al mito di Prometeo il quale, rubando il fuoco agli dei per restituirlo agli uomini, fece infuriare il padre degli dei Zeus (Giove per i romani).
Secondo il racconto di Esiodo (il più antico poeta greco di cui si abbia notizia, che visse tra l’VIII e il VII secolo a.C.), Zeus ordinò a Efesto (Vulcano, dio del fuoco e fabbro degli dei) di forgiare una bellissima figura femminile: Pandora, dicendo: "essi (gli uomini) riceveranno da me, in cambio del fuoco, un male di cui gioiranno, circondando d'amore ciò che costituirà la loro disgrazia". Gli dei dell'Olimpo donarono a Pandora ogni sorta di pregio e di virtù, da cui il nome che significa "tutta un dono". Ma il dio Mercurio le donò la curiosità e Zeus un vaso da custodire, ma con il divieto di aprirlo. Pandora però, spinta dalla curiosità lo aprì e dal vaso uscirono tutti i mali: la vecchiaia, la morte, la malattia, la pazzia, solo per ultima uscì la speranza.
Forse non tutti sanno che il termine sanscrito che traduce "speranza", ha in realtà un senso negativo che lo avvicina più all’italiano "aspettativa" che non a "speranza"; per questo la "speranza" rimasta sul fondo del vaso di Pandora è forse il più terribile dei beni o il più dolce dei mali.
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