mercoledì 23 settembre 2009

La morte: che seccatura - di Gaetano Marabello



Nel “Cantico delle creature”, San Francesco la chiamò “sorella morte”. Sarà, ma al resto dell’umanità la Morte tanto “sorella” non è mai parsa. Non si spiegherebbe sennò il perché tutti ne fuggono il solo pensiero come la peste. Ed, anzi, per dimenticarsi lo iettatorio monito “fratello, ricordati che devi morire”, assorbono i loro giorni terreni a coltivare gli interessi più disparati. Insomma, in una fuga disperata da se stessi, cercano di far finta che l’epilogo non sarà uguale per tutti. Qualcuno è così bravo nel far lo struzzo che, quando arriva il momento, viene preso in contropiede e manco se n’accorge che sta per tirar le cuoia, beato lui.
Eppure, chi è che non sa che la “Gran Mietitrice” è là che ci aspetta al varco? È sicuro appunto… come la morte che la “Gran Puzzona” se ne sta appostata in qualche punto del percorso di ognuno, con la sua brava falce tra le dita. Dita, che una tradizione grafica ha sempre dipinto adunche ed ossute. Già, perché la “Gran Livellatrice” ai nostri occhi appare esattamente così: un fisico da superanoressica, a mala pena nascosto sotto un mantellaccio nero con tanto di cappuccio sul teschio. Non ci risulta infatti che qualche popolo l’abbia dipinta mai come una bella femmina. Un po’ tutti invece se ne son fatta l’idea che somigli ad uno scheletro umano, forse per l’elementare osservazione che ad esequie avvenute il nostro corpo perde tutta la ciccia, restando con (poca) pelle e (tante) ossa. Non si dice del resto “nudi alla meta”? In parole povere, ecco spiegato il motivo, per cui la “Gran Giustiziera” è sempre stata immaginata con le fattezze della… “morte in vacanza”. Svago, peraltro, quest’ultimo che la “Signora” in parola non s’è mai preso e che sarebbe ora si prendesse (magari per farmi un piccolo favore).
Al tirar delle somme, tuttavia, la “Madama” fa un po’ pena. Appartenendo al genere femminile, dev’essere per lei una vera sofferenza non poter mai seguire la moda corrente. Mai un vestitino, una borsetta, un gioielluzzo piccolo piccolo. Neanche la gioia d’indossare una lingerie provocante, in cui sfoggiare le curve che non ha. Pensate poi all’esistenza grama che Ella deve menare da un’eternità, costretta com’è da un fato cinico e baro a non chiuder occhio un solo istante. Eppure, se lo facesse ogni tanto, chissà quanta gente farebbe felice.
Ma il colmo è che la “Gran Sciagurata” non batte mai neppure la fiacca. Il suo stacanovismo infatti è roba da far crepare (solo metaforicamente, per sua fortuna) il ministro Brunetta! Inoltre, pare che alla lunga questa “Mietitrice modello”, alla quale la famosa spigolatrice di Sapri farebbe un baffo, ci abbia preso un gran gusto a lavorare. Basterebbe consultare i suoi “standards” produttivi, per accorgersi che son degni di una catena di montaggio di fordiana memoria. La sua attività non conosce neppure le ricorrenti crisi cicliche, tipiche delle nostre aziende capitaliste. Può infatti vantare un Pil floridissimo, che arriva a sfiorare percentuali da capogiro durante guerre, carestie e altre amenità.
Del resto, è sotto l’occhio di tutti che, appena fa fuori un tizio, è già all’opera per farne fuori un altro. E così all’infinito, in un crescendo rossiniano. Sembra quasi che sia affetta dal tic di Charlot del film “Tempi moderni”. In parole povere, se solo potesse, la Morte… creperebbe di fatica. Lo farebbe magari col sorriso sulla bocca, mostrando una bella sfilza di denti ingialliti (non s’è ancora accorta la “Gran Sozzona” che esistono da un pezzo dentifricio e filo interdentale?).
A quanto se ne sa, non c’è neppure contagio per quanto schifoso che possa impensierirla. Alla faccia dei popoli del Nuovo Mondo, che venivano stecchiti persino da un innocuo raffreddore introdotto dai conquistadores, la “Madama” se ne sbatte pure dell’Aids. Se le viene l’influenza, non deve mettersi neanche a letto: è un lusso che del resto non si può permettere per non perdere il ritmo del raccolto. E i diritti sindacali, chiederà qualche garantista ad oltranza? Manco a pensarlo. Se dovesse infatti esserle concesso d’intentare causa per tutte le ferie non godute, il suo “Datore di lavoro” dovrebbe ricorrere al classico miracolo per salvare dal pignoramento l’intero Aldilà.
Ma attenzione. Non si pensi che la “Grande Indefessa” si dedichi solo a volgari attività di tipo manuale (il “lavoro sporco” per capirci). Siamo infatti certi che la Morte terrà da qualche parte una precisa contabilità del… fatturato. Ci scommetteremmo che ogni tanto sgarrerà pure sull’imposta sull’entrata (nella cassa da morto). Se si comporta infatti alla stregua di tante ditte, chi ci dice che magari non produca “in nero” (colore funereo che pare le piaccia molto) qualche… pezzo in più? Qualcuno potrebbe ipotizzare che Ella disponga di una serie di biglietti numerati da distribuire al momento giusto a ciascuno di noi. Ovviamente, il tagliando non includerebbe il viaggio di ritorno. Secondo me, invece, Ella se ne va in giro perennemente armata di taccuino, un po’ come fa l’allenatore dell’Inter Mourinho. E se ne serve per segnare gli estremi di ciascuno man mano che viene al mondo, mettendoci accanto la data di scadenza come i medicinali. Certo, di fronte alle moderne calcolatrici il suo potrebbe sembrare un sistema un po’ arcaico e artigianale. Però, visti i risultati (non sgarra un colpo!), è innegabile che persino un “bloc-notes” come questo si sta rivelando alla lunga più efficace dell’Anagrafe tributaria, che – resti tra noi – ogni tanto qualcuno se lo lascia pur sfuggire.
Naturalmente, potrebbe sempre capitare un disguido causato da un’annotazione poco precisa. Il che consentirebbe a qualche fortunato, sulla scia di Matusalemme, di ritardare l’appuntamento fatidico. Ma, in ogni modo, la sfasatura non potrebbe mai cambiare il risultato finale. Infatti – ce lo cantava persino Nicola Arigliano – “la cosa è sicura: è solo questione di tempo”. Stando così le cose, aveva voglia il povero cavaliere de “Il settimo sigillo” di Bergman di provare a giocarsela a scacchi. Con una simile “Nemica” neppure lo Spassky dei tempi migliori ce l’avrebbe fatta.
A questo punto, forse vi avrò scandalizzati abbastanza. E vi sarete chiesti con quale coraggio mi sia permesso di prendere in giro nientemeno che la terribile Morte. Ma, pensate solo un attimo a ciò che quella “Fetentona” tiene in serbo per tutti noi. E allora, più che… ammazzarmi, che volete che mi faccia?

.
.

Nessun commento:

Posta un commento