venerdì 11 settembre 2009

Domenico Fetti


Domenico Fetti - La Malinconia (1618)
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Numerosi possono essere gli attributi allegorici come il cane, possibile emblema di fedeltà, o la sfera ed il compasso, che rimandano alle inclinazioni razionali ed intellettive tipiche di chi possiede un temperamento melanconico. Compaiono nel dipinto vari strumenti del sapere (l’astrolabio ed i libri) oltre agli emblemi delle arti: i pennelli e la tavolozza della pittura insieme alla statua ed alla pialla simboli della scultura. La presenza del teschio, poi, rimanderebbe alla Vanitas, e quindi alla meditazione sulla caducità delle cose terrene rispetto all’immortalità della scienza e dell’arte.
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Domenico Fetti - detto anche Feti, (Roma 1589 – Venezia 1624), pittore italiano di età barocca, fu un originale interprete delle tendenze artistiche del primo Seicento. Si formò a Roma, dove studiò con Lodovico Cigoli: le sue opere in questo periodo si richiamano ai forti chiaro-scuri del Caravaggio e di altri autori da cui fu fortemente influenzato nel primo periodo della sua produzione: da Barocci a Rubens, Elsheimer, Orazio Borgianni. Gli influssi di questi pittori sono evidenti nelle rare opere giovanili (Angeli adoranti la Madonna con il Bambino, San Lorenzo in Damaso, Roma) e la grandiosa Moltiplicazione dei pani e dei pesci (Palazzo Ducale, Mantova).
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