... Gino Grimaldi pittore.
.Gino Grimaldi è un artista del primo 1900 sconosciuto ai più. Eppure si tratta di un pittore di indubbio valore sia sotto l'aspetto puramente tecnico-pittorico che sotto quello dell'iconografia, ricca di simboli e attraversata da un linguaggio "segreto", un linguaggio che rivela - ma solo agli iniziati alla divina follia - livelli abissali e spazi celesti di una mente e di un'anima. La riscoperta di questo notevole artista italiano è merito di Giovanna Rotondi Terminiello, così come la conservazione delle sue opere superstiti e soprattutto del suo capolavoro: il ciclo di dipinti realizzati nella chiesa del manicomio di Cogoleto. Omosessuale in una società refrattaria alla diversità, Gino Grimaldi fu ricoverato già all'età di ventiquattro anni per psicosi maniaco-depressiva ed ebbe lungo tutta l'esistenza problemi di equilibrio mentale, tanto che fu più volte ricoverato in manicomi ed ospedali psichiatrici. Nel 1933, convinto di essere ricercato dalla polizia a causa di una relazione omoerotica, tentò il suicidio e venne internato all'Ospedale Psichiatrico di Cogoleto, dove gli fu diagnosticata una psicosi depressiva. Con il consenso dei medici, che ritenevano la pratica dell'arte utile a combattere l'ansia psicotica, Gino Grimaldi iniziò a decorare la chiesa del manicomio.
Nel 1935 rifiutò di essere dimesso per continuare l'opera intrapresa, che terminò nel 1937. Vicino alla firma scrisse: "Ultima Opus. Addio mia Arte". Nel 1941 fu ricoverato nuovamente presso l'Ospedale Psichiatrico di Cogoleto, dove morì il 28 luglio per un attacco cardiaco. La pittura di Gino Grimaldi è connotata da una ricchissima iconografia dell'omosessualità in cui la simbologia cristiana si mescola all'immaginario sessuale ed erotico che emerge da un'età antica, più vicina a Orfeo che non a Platone. Ed ecco che onanismo e preghiera si identificano, come il crocefisso e l'emblema di Priapo. Ascesi e narcisismo, estasi e orgasmo si compenetrano in una visione istintualmente panteista e libera dai legacci di morale e logica, mentre sulle vicende umane vegliano angeli vivi e procaci come i ragazzi del Caravaggio o i bagnanti adolescenti che l'artista ammirava sulle spiagge di Cogoleto. L'amore greco, tuttavia, così presente nella pittura di Gino Grimaldi non svela che uno dei molteplici aspetti della sua arte. "E' un artista un po' inquietante," spiega Giovanna Rotondi Terminiello, "per i significati occulti dei suoi dipinti, difficili da interpretare nei contenuti e pieni di particolari che dimostrano la sua abilità di pittore".
Nel 1935 rifiutò di essere dimesso per continuare l'opera intrapresa, che terminò nel 1937. Vicino alla firma scrisse: "Ultima Opus. Addio mia Arte". Nel 1941 fu ricoverato nuovamente presso l'Ospedale Psichiatrico di Cogoleto, dove morì il 28 luglio per un attacco cardiaco. La pittura di Gino Grimaldi è connotata da una ricchissima iconografia dell'omosessualità in cui la simbologia cristiana si mescola all'immaginario sessuale ed erotico che emerge da un'età antica, più vicina a Orfeo che non a Platone. Ed ecco che onanismo e preghiera si identificano, come il crocefisso e l'emblema di Priapo. Ascesi e narcisismo, estasi e orgasmo si compenetrano in una visione istintualmente panteista e libera dai legacci di morale e logica, mentre sulle vicende umane vegliano angeli vivi e procaci come i ragazzi del Caravaggio o i bagnanti adolescenti che l'artista ammirava sulle spiagge di Cogoleto. L'amore greco, tuttavia, così presente nella pittura di Gino Grimaldi non svela che uno dei molteplici aspetti della sua arte. "E' un artista un po' inquietante," spiega Giovanna Rotondi Terminiello, "per i significati occulti dei suoi dipinti, difficili da interpretare nei contenuti e pieni di particolari che dimostrano la sua abilità di pittore".
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