giovedì 8 aprile 2010

martedì 6 aprile 2010







On the road


Cool (immagini senza dati pescate per caso dal web)


ar-t-ette: William Beckman


William Beckman
- Woman (1991)
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fotografi: Chris Rain


fotografi: Chris Rain


fotografi: Chris Rain


Emozioni in chimica


Emozioni:
.................catalizzatori nella sintesi della genialità
.....................................................................................soluzione tampone nei processi razionali.
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Stato d'animo più che movimento artistico, il simbolismo: Gustave Moreau


Gustave Moreau - Galatea (1896)
Acquerello e gouache - 45 x 34 cm - Collezione Thyssen-Bornemisza, Lugano
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Opera tardiva che illustra l'infelice amore votato dal ciclope Polifemo alla nereide Galatea, la quale era dal canto suo invaghita del pastore Aci, figlio del dio Pan e di una ninfa dei fiumi. Geloso, Polifemo risolse la questione stritolando il rivale con un macigno.
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Faccia pure... prego!


Gabriel García Márquez


da: The temple of Flora : or, Garden of nature, being picturesque botanical plates
of the New illustration of the sexual system of Linnaeus / by Robert John Thornton
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Il giorno che l'avrebbero ucciso, Santiago Nasar si alzò alle 5,30 del mattino per andar ad aspettare il bastimento con cui arrivava il vescovo. Aveva sognato di attraversare un bosco di higuerones sotto una pioggerella tenera, e per un istante fu felice dentro il sogno, ma nel ridestarsi si sentì inzaccherato da capo a piedi di cacca d'uccelli.
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da Cronaca di una morte annunciata di Gabriel García Márquez
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un bel sorriso...


immagini di silenzio: karesansui


I giardini zen sono definiti anche col termine giapponese karesansui e sono un tipo di giardino secco nato nei monasteri zen per favorire la preghiera e la meditazione dei monaci.
Sono composti principalmente da sabbia e pietre, l'unica pianta utilizzata è il muschio. Ogni cosa va posizionata con un cura soprattutto le pietre che rappresentano le montagne e le piante e possono essere messe isolate o una vicina all'altra; la pietra viene usata anche per simboleggiare l'acqua rappresentata da dei fiumi di ghiaia.
La sabbia di questi giardini va rastrellata con cura creando dei disegni curvilinei, spesso cerchi concentrici, che simulano le onde del mare.
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guerrilla art - Banksy - Kissing Coppers


Rammstein - Amour Amour




L’amore è un animale selvaggio
Ti annusa , ti segue
Nidifica nei cuori spezzati
E va a caccia di baci e candele
Succhia forte dalle tue labbra
E scava tunnel fra le tue costole
Cade soffice come neve
Prima caldo, poi freddo, poi fa male

Amore Amore
Tutti provano ad addomesticarti
Amore Amore alla fine
Restano impigliati tra le tue zanne

L’amore è un animale selvaggio
Morde e graffia e mi salta addosso
Mi stringe con mille tentacoli
E mi trascina nella sua tana
Mi divora completamente e poi
Dopo tanti anni mi vomita fuori
Cade soffice come neve
Prima caldo, poi freddo, poi fa male

Amore Amore
Tutti provano ad addomesticarti
Amore Amore alla fine
Restano impigliati tra tra le tue zanne

L’amore è un animale selvaggio
Ti annusa ti segue
Nidifica nei cuori infranti
E va a caccia di baci e candele
Mi divora completamente e poi
Dopo tanti anni mi vomita fuori
Cadere soffice come neve
Prima caldo, poi freddo, poi fa male

Amore Amore
Tutti provano ad addomesticarti
Amore Amore alla fine
Restano impigliati tra le tue zanne

L’amore è un animale selvaggio
Cadi sempre nella sua trappola
Ti fissa dritto negli occhi
Dal suo sguardo resti ammaliato

Per favore per favore dammi del veleno
Per favore per favore dammi del veleno
Per favore per favore dammi del veleno
Per favore per favore dammi del veleno

..............Bitte bitte gib mir Gift
....................Bitte bitte gib mir Gift
..........................
Bitte bitte gib mir Gift
................................Bitte bitte gib mir Gift

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ore 12:00 - George Jolicur


L’uomo che vedete in foto si chiama George Jolicur, ha 38 anni ed è riuscito ad evitare il carcere grazie al proprio peso: ben 273 chilogrammi.

A Jolicur piace mangiare e la truffa che ha messo in atto per mesi riguardava proprio il cibo.

L’uomo si recava nei ristoranti ed ordinava grandi enormi pasti, me mangiava la maggior parte e si lamentava della qualità, costringendo i camerieri a riportare indietro il cibo e rifiutandosi di pagare.

In un episodio, dopo aver ordinato cinque milkshake ed averne bevuto uno, convinse i gestori del locale che il latte era rovinato. Risultato? Un milkshake gratis.
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www.crimeblog.it/

l'aRoma del v3l3no


Roland Topor


Roland Topor


ore 10:00 - coffee break


Bedside table


Bedside table by Lachlan Coates from Frankston High School
Photo: Melbourne Museum
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Ci mancherebbe solo vedere un comodino così, appena alzato la mattina!
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Paolo Vincenzo Bonomini (1757 – 1839)


Paolo Vincenzo Bonomini - Il tamburino della Cisalpina
Chiesa di Santa Grata inter vites, Bergamo
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Paolo Vincenzo Bonomini (1757 – 1839)


Paolo Vincenzo Bonomini - Due frati in preghiera
Chiesa di Santa Grata inter vites, Bergamo
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Paolo Vincenzo Bonomini (1757 – 1839)


Paolo Vincenzo Bonomini - Il carpentiere
Chiesa di Santa Grata inter vites, Bergamo
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Paolo Vincenzo Bonomini (1757–1839)


Paolo Vincenzo Bonomini - Il pittore ("autoritratto" con la moglie e i figli)
Chiesa di Santa Grata inter vites, Bergamo
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Paolo Vincenzo Bonomini (1757-1839)


Paolo Vincenzo Bonomini - Coppia campagnola
Chiesa di Santa Grata inter vites, Bergamo
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L'opera di maggior importanza di Bonomini è indubbiamente il ciclo di Scene di scheletri viventi che, commissionati dalla Parrocchia di Santa Grata Inter Vites di Borgo Canale (a Bergamo alta), in cui il pittore risiedeva, avrebbero dovuto ricordare la celebrazione del triduo dei morti.
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Il pittore diede fondo alla propria fantasia e, con una buona dose di spregiudicatezza, rappresentò sei quadri che raffiguravano altrettante scene con protagonisti scheletri. La particolarità stava nel fatto che le figure, riprese nella spontanea quotidianità, richiamavano persone che abitavano nel borgo in cui vennero esposte.
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Al momento dell’esposizione dei sei pannelli, questi scatenarono forti reazioni d’ilarità, poiché gli abiti, la fisionomia e la struttura degli scheletri (cranio, mandibola e teschio) lasciavano chiaramente intendere chi vi fosse realmente ritratto: tutti abitanti del borgo, dal carpentiere ai due frati in preghiera; dalla coppia campagnola agli sposi borghesi, fino al tamburino della Cisalpina. Anche il Bonomini si raffigurò nei panni di pittore, affiancato dalla moglie.
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Santa Grata (Bergamo- Città Alta)


Non solo Macabri «Buon giorno, signor Scheletro. I miei ossequi, signora Morte. Come va? Tutto bene?». Una bella coppia, senza dubbio, elegante e distinta. Un po’ strana, forse. Un po’, come dire?, “imbarazzante”... Gente di poche parole, freddina, a dirla tutta, con quel sorrisetto di chi sa qualcosa che tu non sai. E poi ti osservano, ti sbirciano, me ne sono accorto. Almeno come possono guardarti dei teschi dalle orbite vuote...Ma dove siamo capitati? A una lugubre festa in maschera? O all’altro mondo? Né l’una, né l’altro, per fortuna. Anche se con il fatto del morire qualcosa c’entra, tutto ciò. Siamo a Bergamo, a Borgo Canale, per l’esattezza, uno dei quartieri più suggestivi di Città alta, in uno dei luoghi cari alla tradizione religiosa degli orobici, la chiesa di Santa Grata. Dove, cioè, si venera la memoria di quella nobildonna che raccolse le spoglie del martire Alessandro, il civico patrono, proseguendone l’opera di apostolato.Il tempio, dunque antichissimo nell’origine, ha subito più e più rifacimenti, tanto che oggi appare in forme neoclassiche, con decorazioni d’inizio Novecento, ben fatte ma non certo esaltanti per il gusto odierno. Ma tanta storia, e tanta devozione, non si può certo cancellare. Ed ecco allora, sparse per la chiesa, testimonianze vetuste, relitti sorprendenti, quadri e dipinti di assoluto valore e di squisita bellezza. Delle vere “chicche”, come i Macabri di Paolo Vincenzo Bonomini, per l’appunto.Sei pannelli, sei tele che in occasione della commemorazione dei defunti venivano montate su un catafalco e presentate alla pubblica visione. O meglio, a una collettiva meditazione. Su cosa? Ma sulla morte, of course. Un teatrale, scenografico, grandioso Memento Mori, con i personaggi e i protagonisti della bergamasca società napoleonica chiamati a interpretare se stessi, quel che sono, quel che saranno. E, infine, quel che siamo. “Napoleonica”, diciamo, perché l’epoca di questi pannelli è proprio quella dei primi anni dell’Ottocento, come denunciano gli abiti in perfetto stile “direttorio” dei nostri damerini, a passeggio con il loro cagnolino. O come evidenzia la divisa del soldato tamburino, in un trionfo di verde bianco rosso: già, proprio l’italica bandiera, nata allora (e in Lombardia!) come vessillo della Repubblica Cisalpina e che poi sarà adottata dal nuovo Stato unitario. Un documento storico, quindi, interessante e prezioso.Ma non manca il popolo - e come potrebbe, in questi anni rivoluzionari? -, rappresentato da una coppia di contadini, sorpresi in amena conversazione: lei in piedi, con sporta e pentola di rame, agghindata come una perfetta Lucia Mondella; lui seduto, con cappellaccio in testa e roncola alla cintura. Ma c’è anche il falegname, che di chiacchierare, lui, non ha proprio tempo, carico com’è di seghe, pialle e altri arnesi da lavoro: un costruttore di bare, chissà? Ma forse non è il caso di “forzare” troppo la mano…E poi l’intellettuale, ovvero quel pittore che, tavolozza e pennello in mano, sa tanto di citazione autobiografica del Bonomini stesso, che, a dirla, tutta, viveva a lavorava a pochi passi da Santa Grata (come ancor oggi ricorda una targa). Attorno a lui due ragazzini, un maschietto e una femminuccia, probabilmente i figli stessi dell’artista, anch’essi, come tutti, con i loro bei teschi e tibie, seppur più minuscoli. Perché, forse che la morte risparmia i più giovani? O forse che non raggiunga anche i più pii e i più devoti, come i due bianchi frati genuflessi davanti alla Croce?La terra bergamasca pare avere una predilezione particolare per questo genere di rappresentazioni: basta pensare a quello straordinario Trionfo della Morte che campeggia sull’Oratorio dei Disciplini a Clusone. Ma questa Danza Macabra di Borgo Canale sorprende per il tono ironico, quasi scanzonato, dove il dramma si stempera in una quotidianità lieve e piacevole, e dove questi scheletri indaffarati, più che defunti o morituri, paiono come radiografie di uomini e donne intenti a recitare una parte…Eppure, proprio per questo, il messaggio dell’insieme non perde la sua forza, e anzi pare trarne giovamento. Troppo facile, pensare alla morte quando si manifesta nelle sue espressioni più violente e inattese. La nostra finitezza, la nostra mortalità, ci accompagna ogni giorno, ogni istante della nostra vita, che si sia ricchi o miserabili, che si sia intelligenti o sprovveduti, che si sia giovani o vecchi da averne viste tante… Meditiamo gente, meditiamo. Ma, illuminati, sempre, dalla speranza cristiana.
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(articolo di Luca Frigerio)
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da IL SEGNO - numero 11 - novembre 2006
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venerdì 2 aprile 2010


Anal eggs


Nothing can match a stainless anal egg for safety. We are the original manufacturer and designer of these eggs.
No other brand can give you such comfort and safety. Other ones may peel, corrode, and cut - unsafe and unnecessary! Ours are precision made to tolerances of 3 thousandths of an inch, then highly polished to a mirror finish. No one else's product can match ours!
They come in two of sizes, with a lanyard hole through the center.
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Key Benefits
- Top notch safety!
- Cannot peel, corrode, or react to the body!
- Solid Stainless Steel for safety and health!
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Pricing
Description - Size in inches - Price
Small egg - 1.25dia. x 2.5 - $45
Large egg - 1.75dia. x 3.0 - $69
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cool (immagini senza dati pescate per caso dal web)


ar-T-ette


Fotografi: Larissa Kulik


Larissa Kulik - Egg3
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teschi & teschi


graffiti


Ardengo Soffici


Ardengo Soffici - Coi (Natura morta con uovo rosso)(1914)
Olio, tempera e collage su tela - cm 46 x 38
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FACCIA pure... prego!


Astice


Jan Davidsz de Heem - Still-Life with Lobster and Nautilus Cup(part.)(1634)
Oil on canvas - 61 x 55 cm - Staatsgalerie, Stuttgart
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Sono nato qui dentro, in questo mezzo metro quadro d'acqua opaca e ho passato buona parte della mia vita a vedere andare e venire pesci tristi e crostacei avviliti… mezzi vivi… o meglio, mezzi morti... si... un pò come dire..? l’equivalente della vostra camera mortuaria.
Vivo qui aspettando di finire atrocemente bollito vivo e poi impiattato in bella copia tra prezzemolo e pomodorini... e pensare che a me non danno niente da mangiare... HO FAMEEE!!!
...e sta cicciona che vuole? che c'ha da guardare con quegli occhi vacui? punta il dito... vorrà solo ticchettare sulla vasca tanto per rompere i coglioni o che?
Sono stanco... stanco... le chele mortificate da queste fascette di plastica... le antenne che sbattono a destra e manca, lasciatemi dormire, lasciatemi sognare i fondali che non ho mai visto.
Ehi... ma che succede… Ehi fermo, fermo, perche’ mi prendi? No… no… aiut... AIUTOOOOO...!
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cupetintemoda


La sindrome di Cotard: la convinzione di essere morti


Odd Nerdrum - Drifting
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La sindrome di Cotard, un raro disturbo (circa 100 casi segnalati in letteratura) per cui il paziente è convinto di essere morto.
Fu chiamata così dal nome dello psichiatra francese Jules Cotard che ne descrisse la sintomatologia alla fine dell’ottocento definendola un delirio di negazione accompagnato da sentimenti di colpevolezza, negazione di parti del corpo ed anche, paradossalmente, di intenzioni e ideazioni suicidarie.
E’ una condizione osservata, molto raramente, nei pazienti con schizofrenia e disturbo bipolare grave, ma anche in seguito a danno cerebrale.
Gli scienziati credono che i pazienti con sindrome di Cotard siano andati incontro alla stessa “interruzione” fra riconoscimento dei volti ed emozione di familiarità che avviene nei pazienti con sindrome di Capgras con la differenza che questi ultimi attribuirebbero all’esterno il problema ("quella donna sembra mia moglie, ma io non provo niente nei suoi confronti quindi non è mia moglie"), mentre i primi lo attribuirebbero a sè stessi ("quella donna sembra mia moglie, ma io non provo niente per lei, io sono morto").
Lo stile di attribuzione causale (interno od esterno), che è la tendenza di una persona ad attribuire gli eventi della sua vita a sé stessa o agli altri o al caso (ciascuno di noi ha il suo stile di attribuzione causale) potrebbe essere la differenza cognitiva che sta alla base del diverso esito sintomatologico di una stessa patologia.
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Sul Financial Times c’è un articolo che parla di un recente caso di Sindrome di Cotard: una giovane paziente con episodi di epilessia insorti a seguito di un’ infezione cerebrale da virus herpes simplex.
Si chiama Liz e si è presentata al London Hospital affermando di essere morta da due settimane e di non sapere dove si trovava se all’inferno o altrove.
Il medico che l’ha seguita, il dott. McKay, oltre alle cure del caso le ha fatto anche una serie di domande per cercare di comprenderne lo stile di attribuzione causale, rilevando che questa paziente aveva effettivamente una tendenza inusuale all’attribuzione interna.
Si tratta naturalmente soltanto di una ipotesi, il neuroscienziato Ramachandran nel suo libro Cosa sappiamo della mente, spiega come una negazione così estesa del proprio "esistere" non nasca dalla sola anaffettività nei confronti di altri conosciuti.
Secondo Ramachandran questo tipo di pazienti è diventato completamente anaffettivo, per ogni cosa, animata e inanimata, vista, toccata, gustata, odorata ecc...
Il totale scollamento emotivo dalla realtà costringerebbe il paziente a darsi la spiegazione (dal suo punto di vista, più che logica) di essere morto.Per fortuna Liz è stata dimessa una settimana dopo, essendo migliorata visibilmente, il suo caso è stato pubblicato nella rivista Consciousness and Cognition.
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da: http://psicocafe.blogosfere.it

guerrilla art: Banksy


Pier Paolo Pasolini


Il sole, il sole. Come già in fondo a Marzo,
nei meandri d'Aprile. Corri, mia macchina azzurra,
dove vuoi, per le strade segnate da altro sole,
il Monteverde dei poveri, tra sfondi straripanti
di case a strati, riarse - un pino sull'asfalto -
file di bar e macellerie con sola cliente la luce -
e un altro versante del quartiere, con la luce di striscio -
una strada in salita - il Sanatorio, coi giardini neri -
la Portuense...
Al Trullo il sole, come dieci anni fa.
"Fermete, a Pa', dà dù carci cò nnoi!"
Giorgio, Giannetto, Carlo, il Moro,
e gli altri, i pigri venticinquenni,
già un pò stempiati, con qualche annetto di galera;
i fratelli minori di primo pelo, chi
come un lieto pagliaccio dentro i panni del padre,
chi elegante nella sua miseria, gli occhietti
come due foglioline umide colpite dal sole.
La partitella, nel cuore della borgata,
tra i lotti che oltre al sole, e a qualche figura
di sorella, di madre, coi golf dei giorni di lavoro,
non hanno nulla da offrire alla nuova primavera...
Correndo Giorgio ha la faccia di Carlo Levi,
divinità propizia, facendo una rovesciata,
Giannetto ha l'ilarità di Moravia, il Moro
rimandando, è Vigorelli, quando s'arrabbia o abbraccia
e Coen, e Alicata, e Elsa Morante, e i redattori
del Paese Sera o dell'Avanti, e Libero Bigiaretti,
giocano con me, tra gli alberetti del Trullo,
chi in difesa, chi all'attacco. Altri,
con Pedalino dal maglione arancione
o Ugo coi blue-jeans dell'anno scorso bianchi sul grembo,
stanno appoggiati lungo il muro color miele della prigione
delle loro case, Benedetti, Debenedetti, Nenni,
Bertolucci con la faccia un pò sbiancata dal sole,
sotto la fiacca falda del cappello, e il dolce ghigno
della certezza sacra degli incerti.
E accanto a un dorato immondezzaio c'è Ungaretti che ride.
E i giovani, che, ai giovani del Trullo, son fratelli,
Siciliano, Dacia, Garboli, Bertolucci figlio; e, come Sordello,
disapprovante e innammorato, Citati. E chi è là,
su quella terra con un barattolo rosa e un torsolo giallo?
Baldini e Natalia. E dentro un cortile tagliato
dalla luce come in un caravaggesco senza neri, Longhi,
la Banti, con Gadda e Bassani. Roversi e Leonetti
e Fortini e Volponi scendono alla fermata dell'autobus,
con i saluti di Contini e quelli dell'ombra di Spitzer.
E, insieme, la Bachmann, Uwe Johnson, Enzensberger...
e un gruppo di angeli londinesi e di fotografi americani
con gli occhi rossi dei nevrotici, e, dalla Russia,
Ciukrai, come venisse alle crociate, e Sartre,
come un sordo, che si fa tradurre, mentre ha capito tutto...
Chi ha detto che il Trullo è una borgata abbandonata?
Le grida della quieta partitella, la muta primavera,
non è questa la vera Italia, fuori dalle tenebre?
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da Poesia in forma di rosa III, PietroII, mercoledì 6 marzo (sera) di P.P.Pasolini
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ore 12:00 - l'ora dei bongustai


L'aRoma del v3l3no


interno Chiesa del Gesù
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Yoshitaka Amano


ore 10:00 - coffee break


Lo scultore di uova: Lew Jensen



Sean Chappell


Sean Chappell
Things That Should Not Be Inside Eggs All the Things We Love to Hate to Love
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Sean Chappell


Sean Chappell
Tentacles and pussy-willos conspiring with the moom to give the thumbs-up
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Piero Della Francesca



Piero Della Francesca - Pala Montefeltro o Madonna dell'Uovo (part.)(1472-74)
Tempera e olio su tavola - 248 x 170 cm - Milano, Pinacoteca Brera
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Piero Della Francesca


Piero Della Francesca - Pala Montefeltro o Madonna dell'Uovo (1472-74)
Tempera e olio su tavola - 248 x 170 cm - Milano, Pinacoteca Brera
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