
E cielo e terra si mostrò qual era:
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la terra ansante, livida, in sussulto;
il cielo ingombro, tragico, disfatto:
bianca bianca nel tacito tumulto
una casa apparì sparì d'un tratto;
come un occhio, che, largo, esterrefatto,
s'aprì si chiuse, nella notte nera.
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[da Myricae]
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Questa poesia è strettamente collegata a Il tuono, con cui presenta molti elementi in comune, a cominciare dalla struttura metrica e dallo schema di rime, che sono identici. Entrambe le liriche sono costruite su un accostamento di sensazioni: qui più visive; là essenzialmente uditive. Come per molti altri testi pascoliani, va anche qui sottolineata la presenza del simbolismo: la rappresentazione di un fenomeno naturale serve infatti a trasmettere le impressioni e i sentimenti del poeta. La luce del lampo che illumina per un attimo il paesaggio è come un'improvvisa e tragica disvelazione della realtà della vita. Una casa bianca (simbolo della famiglia e degli affetti) appare e poi scompare all'improvviso, inghiottita da un'oscurità che è insieme fisica e morale.
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