mercoledì 21 ottobre 2009

Arte e follia: Vaclav Fomič Nižinskij


George Barbier - Nižinskij in Schéhérazade, Parigi, 1910 (1913)
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Vaclav Fomič Nižinskij (Вацлав Фомич Нижинский) (Kiev, 12 marzo 1890 – Londra, 8 aprile 1950) è stato un ballerino e coreografo ucraino di origine polacca. Considerato uno dei ballerini più dotati della storia, divenne celebre per il suo virtuosismo e per la profondità e intensità delle sue caratterizzazioni. Fu uno dei pochi uomini capaci di danzare sulle punte e la sua danza, apparentemente in grado di negare la legge di gravità, è diventata parte della sua leggenda.
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Questa è la sua storia.
Nacque a Kiev da una famiglia di ballerini polacchi emigrata in Russia e considerò sua madre e patria sempre la Russia, nonostante la sua non perfetta coonoscenza della lingua.
Si iscrisse alla Scuola di Ballo Imperiale di San Pietroburgo nel 1900.
A 18 anni si esibì sul palco del teatro Mariinskij in ruoli da protagonista.
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Il punto di svolta nella vita di Nižinskij è il suo incontro con Sergej Diaghilev, membro dell'élite di San Pietroburgo e ricco mecenate, che promuove le arti visive e musicali russe all'estero, in special modo a Parigi.
Nižinskij e Diaghilev diventano amanti e Diaghilev prende in mano la direzione della carriera artistica di Nižinskij.
Nel 1909 organizza la tournée parigina di una compagnia di ballo di cui Nižinskij e Anna Pavlova sono le étoiles. Lo spettacolo riscuote un grande successo che accresce la reputazione dei tre attraverso i circoli artistici europei. Sulla scia del successo Diaghilev crea la compagnia Les Ballets Russes che il coreografo Michel Fokine renderà una delle compagnie di ballo più famose dell'epoca.
Dal 1909 al 1913 la relazione personale e quella professionale fra i due procedettero sempre di pari passo (sia pure attraverso momenti tempestosi, oggetto di pettegolezzi non sempre benevoli nella "buona società" letteraria e artistica).
Fino alla fine: la decisione di Nijinsky di sposarsi e quella di porre fine alla collaborazione con Diaghilev coincisero.
Il talento di Nižinksij fu evidenziato in diversi allestimenti di Fokine, tra cui "Le Pavillon d'Armide" (musiche di Nikolaj Čerepnin), "Cleopatra" (musiche di Anton Arenskij ed altri compositori russi) e il divertissement "La festa". La sua esecuzione di un pas de deux da "La bella addormentata" di Piotr Ilič Čaikovskij fu un grandissimo successo.
Nel 1910 si esibì in "Giselle" e nei balletti "Il carnevale" e Sheherazade, basati su una suite orchestrale di Nikolaj Rimskij-Korsakov.
Rientrato al teatro Mariinskij, ne fu espulso presto a causa di uno scandalo omosessuale.
Divenne allora membro fisso della compagnia di Diaghilev, le cui realizzazioni furono da quel momento centrate sul suo ruolo e le sue capacità. Fu così protagonista dei nuovi allestimenti di Fokine, "Lo spettro della rosa" di Carl Maria von Weber e Petruška di Igor Stravinskij.
Col supporto e l'incoraggiamento di Diaghilev, che ne intuì le doti fin lì inespresse in questo campo, Nižinskij iniziò a lavorare egli stesso come coreografo, influenzato dall'euritmica di Emile Jaques Dalcroze, e produsse tre balletti, L'après-midi d'un faune ("Il pomeriggio di un fauno"), su musica di Claude Debussy (1912), Jeux (1913) e La sagra della primavera su musiche di Stravinskij (1913).
Nei suoi spettacoli Nižinskij introduce forti innovazioni, prendendo le distanze dallo stile del balletto dell'epoca. I suoi radicali movimenti angolari, uniti alla forte carica di sottintesi sessuali, causano disordini al teatro degli Champs-Elysées quando "La sagra della primavera" debutta a Parigi. In "Il pomeriggio di un fauno" viene accusato di "masturbarsi" nella sciarpa di una ninfa.
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Nel 1913 la compagnia de Les Ballet Russes parte per un tour in America del Sud senza Diaghilev, per via della sua paura dei viaggi trans-oceanici. Senza la supervisione del suo mentore, Nižinskij sposa Romola de Pulszky, una contessa ungherese. Secondo le memorie della sorella Bronislava Nižinskaja la de Pulszky, grande ammiratrice del ballerino, fece di tutto tramite i propri contatti per potersi avvicinare a Nižinskij, fino al riuscire a viaggiare sulla sua stessa nave in occasione di un trasferimento.
Numerose furono le ipotesi sulle vere ragioni che stavano dietro a questo matrimonio: la più diffusa vuole che Nižinskij vide nella ricchezza e nel titolo nobiliare della de Pulszky un mezzo per affrancarsi dalla dipendenza da Diaghilev.
Romola è stata successivamente criticata da molti come la donna che forzò Nižinskij ad abbandonare la propria arte per il cabaret, e le cui maniere pragmatiche e decise spesso si scontravano con la natura sensibile dell'artista. Molti vedono in questo fatto un contributo allo scivolamento di Nižinskij nella follia. E nel suo diario Nižinskij annota che "mia moglie è una stella che non splende...".
Si sposarono a Buenos Aires ed al ritorno in Europa furono immediatamente licenziati da Diaghilev in preda alla gelosia. Nižinskij cercò di fondare una propria compagnia, ma un cruciale ingaggio londinese fallì per problemi amministrativi.
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Durante la prima guerra mondiale Nižinskij, cittadino russo, fu internato in Ungheria.
Diaghilev riuscì a farlo espatriare per un tour in America del Nord nel 1916, dove fu coreografo e protagonista del balletto "Till Eulenspiegel".
I segni della sua dementia præcox iniziarono a manifestarsi allora agli altri membri della compagnia. Nižinskij aveva paura degli altri ballerini e temeva che le botole del palcoscenico venissero lasciate volutamente aperte per farlo cadere dentro.
Con un esaurimento nervoso nel 1919, la carriera di Nižinskij giunse di fatto alla fine.
Gli fu diagnosticata la schizofrenia e la moglie lo fece ricoverare in Svizzera, affidandolo alle cure dello psichiatra Eugene Bleuler.
Nižinskij avrebbe trascorso il resto della sua vita entrando e uscendo da ospedali psichiatrici.
Morì in una clinica di Londra l'8 aprile 1950 e fu sepolto a Londra, dove rimase fino al 1953, quando la salma venne traslata al Cimitero di Montmartre a Parigi.
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I diari
Dei suoi anni successivi alla rottura della relazione omosessuale con Diaghilev, Nižinskij ha lasciato un diario, in due parti, in cui la figura dell'impresario/amante appare come da un lato potente e soccorritrice e dall'altro (e molto più spesso) minacciosa, malefica, sadica e persecutoria.
La sessualità è un elemento ossessivamente presente in questo testo (che invece dice deludentemente poco della carriera artistica del ballerino), tanto che la prima edizione (condotta sulla traduzione in inglese curata dalla moglie, con la collaborazione di Jennifer Mattingly, nel 1936) fu pesantemente censurata soprattutto nelle parti che parlano di argomenti connessi alla sessualità. Solo la più recente edizione ha superato il veto dei famigliari, reintegrando le parti soppresse.
Da questo diario sorge inevitabilmente nel lettore la domanda di quanto abbia contribuito, nel crollo psichico di Nižinskij, l'incapacità di accettare e integrare con il resto della personalità il suo orientamento omosessuale.
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1 commento:

  1. Grazie per questa bella e triste storia,anche perchè adesso vedo la canzone di Franco sotto un altro aspetto.
    Dal 1914 alla Binetti di oggi cosa sarà cambiato?

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