venerdì 2 ottobre 2009

Robert Crais


La bomba esplose con una potenza di più di ottomila metri al secondo, ventidue volte superiore alla velocità con cui il proiettile di una pistola nove millimetri fuoriesce dalla canna. Il calore si diffuse con uno scoppio di luce accecante, così elevato da fondere il ferro. La pressione atmosferica balzò dai valori normali a livelli insostenibile, facendo esplodere i tubi di ferro in schegge frastagliate che penetrarono l’armatura di kevlar come proiettili. L’onda d’urto travolse il corpo di Raggio, sfondandogli il petto, facendogli scoppiare il fegato, la milza,e i polmoni e staccandogli dal corpo le mani prive di protezione. Charlie Raggio venne sollevato a un’altezza di quattro metri e scaraventato a una distanza di undici.
Pur essendo così vicino al punto di detonazione Raggio sarebbe potuto sopravvivere se l’ordigno fosse stato, come lui aveva un primo momento sospettato, una bomba artigianale assemblata alla bell’e meglio da un delinquente di quartiere.
Non lo era.
Frammenti di catrame e di acciaio caddero come pioggia insanguinata intorno al suo corpo senza vita.
.
Da Lo specialista di Robert Crais
.
.

Nessun commento:

Posta un commento